venerdì 26 luglio 2013

12 luglio 2013 alle ore 18.47
Che Giovinazzo sia un posto speciale lo si capisce già in aereo. Quando il Boeing vira sull’Adriatico convergendo verso destra per l’atterraggio a Palese, lontano, appare, protesa tra il cielo azzurro ed il mareblu, una sottile striscia bianca, cui due torri segnano la fine.
Una piccola città (non più di 20000 abitanti in una regione dove vi sono cittadine ben maggiori) cui ci si avvicina attraversando la tipica campagna pugliese, una steppa arida, assassinata dal sole e poco confortata dall’acqua, qualche ciuffo di erba gialla e soprattutto muretti; interminabili intrecci di muretti di varia misura, in pietra, a secco, che delimitano le proprietà e le case.
Secondo i diversi punti di vista Giovinazzo piace o delude. Non possedendo una vocazione turistica strutturata nella storia, a causa della costa stretta e rocciosa, non ha sviluppato tutto quanto ci si attende da una città balneare. I negozi in centro sono pochi, quasi pudicamente nascosti e senza insegne vistose, ma soprattutto il lungomare, fatto per lo più di abitazioni private, non pullula di chioschi e bancarelle a vocazione “marinara”, come è d’uso in altri paesi costieri, meno ricchi di storia. Esplorando a piedi il dedalo di vie che portano al centro s’incrociano gruppi familiari, davanti casa, che celebrano il tempo socializzando e parlando assieme, ridendo e litigando; sempre a voce alta, come si usa qui. Apparentemente non sembrano interessarsi al “forestiero” ma invece di sottecchi lo studiano e ben lo inquadrano, prima che sia sgattaiolato dietro un angolo.
Questa atmosfera di “strapaese”, appartenente forse più agli anni sessanta che ai nostri tempi, dà comunque un senso di serenità, di un tempo che scorre lento senza impicci, di calore familiare; cose impossibili da trovare a Bari o nella vicina Molfetta, caotiche e assordanti. Personalmente questa atmosfera mi ha molto ricordato il paese di mia madre, San Ginesio (Macerata) dove tutti si conoscevano e dove tutti si salutavano ad alta voce troncando il nome nel richiamo: Giusè, Giovà, Vittò ecc.; un po’ tornare bambino.
Ad ogni angolo, ad ogni nuova via c’era l’incontro con il padrone di questa terra e ti trovavi sempre ..con la faccia dritta nel sole. Vivere il sole dà estrema cordialità a questa gente e rende facile socializzare assieme soprattutto con chi non si conosce, diversamente dal Veneto, grigio e piovoso, dove tutti stanno davanti alla Tv e al computer e nessuno si accorge del verde intenso dell’erba.
Poi, improvvisamente, arriva un incontro inimmaginabile per la dimensione urbana; giri un angolo e davanti ai tuoi occhi si apre una piazza immensa, un campo di calcio in pietra con in mezzo una fontana bronzea dalle suggestive sfumature e di impareggiabile bellezza. Così capisci che questo è il cuore della città, lento di giorno ma rapido e “caliente” di sera; la chiamano cordialità, ovvero cor-cordis, ciò che deriva dal cuore. Vi garantisco che anche in un assolato pomeriggio, con la piazza semideserta, vedere scorrere i fiotti dei Tritoni fa lo stesso effetto di un miraggio nel deserto; Giovinazzo è lì, cuore che batte, acqua che scorre come il sangue che dà energia.
L’austera facciata di San Domenico non incuriosisce troppo il visitatore, che subito nota a sud, sulla sinistra, l’inizio del centro storico della città. Allora affretti il passo e ti getti in quel dedalo di case e viuzze, carezzato dalla brezza (mi sa che a tratti era anche Maestrale). Nel gioco fatale di luci ed ombre, create dalla pietra bianca, con cui sono erette dimore e chiese, con stupende bifore campanarie di stile spagnolo, l’immaginazione si perde, osservando strani stemmi, così diversi da quelli del centro nord, scoprendo angoli poetici ravvivati dal ferro battuto e dai fiori. Allora capisci che avresti bisogno di una guida, non necessariamente ferrata in storia, ma una guida che sia in grado di trasmettere le forti emozioni di quei colori, così contrastati, eppure così armonici; avresti bisogno di un artista, di un pittore più che uno storico. Angolo dopo angolo giungi alla cattedrale, con le sue due torri simmetriche, una tronca ed una classica, gettata sul mare come a proteggere pescatori e marinai, ma con l’ingresso rivolto all’entroterra, forse per difenderlo dai danni del tempo, del sale e del vento. È la chiesa di Santa Maria Assunta il duomo di Giovinazzo, voluta da una principessa angioina ... Constance d’Hauteville, sul finire del XII secolo. Fu poi parzialmente rifatta nel 1700, perdendo molto dell’antico splendore. Nell’interno la chiesa conserva, tra le bellissime opere di arte religiosa, tra cui un grande crocifisso ligneo, una icona bizantina della Madonna di Corsignano (nell’agosto 1388 solennemente proclamata Patrona della Città). L’immagine, o quanto resta dopo i danni di un incendio, è custodita in una preziosa edicola d'argento vecchio con incrostazioni d'oro e policromata di smalti. Tra ceselli, metalli preziosi e protezioni il complesso dell’icona, avviata solennemente in processione nel mese del Leone, agosto, presenta un peso di 4 quintali, portato a spalla per le strette vie del centro, tra il tripudio della folla.
Quando il sole sembra dar tregua e si accinge ad iniziare il suo riposo notturno, arrivi all’angolo della cattedrale, una piccola finestra sul porticciolo. Lì un’immagine fiabesca si apre davanti agli occhi. Un sole d’oro che s’immerge nel mare al tramonto, una scia luccicante di luce sull’acqua e, in mezzo al fascio luminoso, la silhouette nera di una barca che,lenta, torna a riva. Non è un’immagine da “cartolina illustrata”, è un colpo diretto all’anima, un’intensa emozione proprio mentre, la faccia ancora dritta nel sole, ti accingi ad accogliere una fresca nottata. Capita che in quel momento si possa ripensare a molte cose della propria vita, a misurare i ricordi con i sogni, gli insuccessi con le speranze e a pensare quanto è immensa la Natura rispetto alla vita quotidiana che spesso opprime. Con un’immagine così ringrazia il Creatore anche il peggior miscredente.
Il sole cala e il mare oscura. Il porticciolo culla le poche, piccole barche colorate presenti sotto il bastione (detto mi pare “uTammurr”), mentre qualche pescatore scarica a terra gli oggetti serviti alla pesca. Poco prima dell’oscurità si accendono tante suggestive lampade gialle. Sembrano tanti figli del sole, ormai irrimediabilmente coricatosi a ponente. Ora che il mare s'è fatto nero, ricordi i suoi splendidi colori di giorno, un trionfo di blu gettato, come sfida, contro un cielo azzurro, lontano quasi indaco, via via più chiaro verso la costa rocciosa, sino a diventare verde smeraldo e trasparente al basso fondale. Guardando le bianche creste delle onde, giocare sullo sfondo verde del mare, salgono alla mente i colori della squadra locale di hockey, a strisce orizzontali bianche (onde) e verdi (mare). (Mi raccomando dott. Favuzzi rifaccia quella maglia antica con striscia sottile e lasci perdere le ultime casacche ingloriosamente verde bottiglia .. Perbacco!)
Arriva la sera e si popola la piazza, a gruppetti. Si espandono sempre di più man mano che il tempo passa, tutti regolarmente per fasce: gli anziani sulle panchine, le famiglie a passeggio, i ragazzi e i giovani a gruppi che sciamano a sinuose curve irregolari. È un andirivieni festoso di sorrisi e richiami, di chiacchiere prima di cena.
Per l’appunto, un’altra cosa curiosa, per un veneto, è l’orario di cena, sempre molto tardo. È una verità antica, che probabilmente fa i conti con il ritmo solare. Se nelle fredde valli del nord il tramonto è molto precoce e le attività agresti erano presto interrotte dal buio, al sud le ore serali, ancora illuminate dal sole, e il cessare del caldo da sempre stimolavano la fine dei lavori nei campi; ne conseguiva un’ora tarda per la cena.
Giovinazzo a tavola presenta un’altra anomalia. Da un posto di mare ci si aspetterebbe quasi esclusivamente un’alimentazione a base di pesce. Le pietanze a base di pesce qui sono sublimi, tuttavia, forse per il fatto che il pesce sia caro (tanto che molti dicono di preferire l'acquisto direttamente al mercato di Bari), qui si mangia anche molta carne. È una particolarità curiosa, magari sta a confermare una scarsa vocazione marinara e turistica (dicono che non sono molti i visitatori da fuori e spesso che siano giovinazzesi emigrati per motivi di lavoro; è anche vero che la città in agosto si trasforma in una bolgia di gente, non solo con il ritorno degli emigrati per la festa della Patrona, ma anche con numerose presenze straniere). Ritornando, poi, alla carne, un’altra cosa curiosa è il legame tra quaggiù e Norcia, Umbria, con le sue specialità (salumi e funghi). A cosa risalga questa tradizione non è dato di sapere. Per alcuni locali è solo una moda, tanto è vero che c’è il dubbio che di realmente norcino, in quelle carni, vi sia ben poco. Mistero!
Giovinazzo possiede anche il fascino della morte di una nobiltà antica. L’imponente complesso delle vecchie acciaierie e ferriere pugliesi (AFP) in disfacimento, grandi capannoni entro i quali aleggia il fantasma dell’Eternit. La “città sociale” e il parco creato da Michele Scianatico, in onore di Giovanni Scianatico, non era un semplice “parco” ma un vero e proprio “Gardaland” home-made con strade, ponti e incroci, da percorrere con le automobiline, onde imparare il codice della strada. Aveva una sua scuola d’avviamento professionale, un gruppo musicale ed una pista di pattinaggio (là nasceva il mito dei biancoverdi di hockey); insomma un modello molto simile a quello della famiglia Marzotto a Valdagno, risalente agli anni ’30, quando un’azienda seppe creare una nuova  città per i dipendenti, dotata di tutte le infrastrutture sociali. La stessa aria di morte di una gloria antica, il tanfo di fasti passati si respira a 900 km, nel Veneto, altro paese in cui lo sport dell’hockey pista è diventato un simbolo di riscossa locale.
Non finirò mai di ringraziare gli amici che mi hanno convinto ad intraprendere questo viaggio, lungo non per i km, ma perché mi ha fatto correre indietro nel tempo, guardare dal finestrino di un immaginario treno i miei ricordi, rapidi e sfuocati da vicino, nitidi e lenti all’orizzonte, lontano, mi ha fatto bere ancora alle fontane di strada, come quando ragazzino giocavo a rincorrere gli amici, giù nelle Marche … e poi mi ha fatto ridere di cuore, un’arte che da troppo tempo non praticavo più. Mattia (Siani) nel film Benvenuti al Sud diceva: “Quando vieni al Sud piangi due volte, sia quando arrivi, sia quando te ne vai.” Ebbene non ho pianto quando sono arrivato da turista curioso, ma in aereo sì che mi sono commosso; ho tenuto giusto quella parte d’organo pompa che serve per vivere, lavorare,produrre (come diciamo noi), ma ho lasciato quasi tutto il mio cuore laggiù …con la mia faccia dritta nel sole.

Enrico Acerbi

venerdì 21 dicembre 2012



50' Minuti di Gloria

21 dicembre 2012

presentato il libro di Paolo Virdi c/o il Palazzetto di Piazza Don Sturzo di Molfetta.


domenica 28 ottobre 2012





http://www.50minutidigloria.it/

Perchè scrivere di hockey su pista ?

Perchè è importante farlo e viene spesso naturale all'uomo bloccare sulla carta i propri pensieri?

Credo che vi siano molte risposte, tutte diverse, a seconda dell'epoca, la società o la personalità dello scrittore.

La mia tesi è semplice, Paolo Virdi come me, come Voi,  si è ammalato di hockeyte…..

io credo che, scrivere sia la medicina migliore per guarire o almeno alleviare i dolori di questo sport, quello che io chiamo:

“ lo Sport meno del minore”

E’ un esercizio importante per sè stessi, ma soprattutto per chi come me Noi soffre dello stesso male.

Scrivere (così come leggere) muove l'immaginazione, stimola a cercare il modo giusto di esprimersi, sia per trasmettere il messaggio che si vuole comunicare, sia per ritenersi soddisfatti di ciò che si è scritto. scrivere è un modo per rendere un pò più veri i propri pensieri, le proprie fantasie. vedere ciò che viaggia a gran velocità nella nostra mente fisso su di un foglio, far nascer storie, personaggi ..

Paolo, nell’augurarti  il più grande successo per la meravigliosa opera, ti dedico la poesia di Charles Bukosky

"E così vuoi diventare uno scrittore?"

E così vorresti fare lo scrittore?
Se non ti esplode dentro
a dispetto di tutto,
non farlo
a meno che non ti venga dritto
dal cuore e dalla mente e dalla bocca
e dalle viscere,
non farlo.

se devi startene seduto per ore
a fissare lo schermo del computer
o curvo sulla macchina da scrivere
alla ricerca delle parole,
non farlo.

se lo fai solo per soldi o per fama,
non farlo
se lo fai perché vuoi
delle donne nel letto,
non farlo.

Se devi startene lì a
scrivere e riscrivere,
non farlo.
se è già una fatica il solo pensiero di farlo,
non farlo.
se stai cercando di scrivere come qualcun altro,
lascia perdere.

se devi aspettare che ti esca come un ruggito,
allora aspetta pazientemente.
se non ti esce mai come un ruggito,
fai qualcos'altro
se prima devi leggerlo a tua moglie
o alla tua ragazza o al tuo ragazzo
o ai tuoi genitori o comunque a qualcuno,
non sei pronto.

non essere come tanti scrittori,
non essere come tutte quelle migliaia di
persone che si definiscono scrittori,
non essere monotono o noioso e
pretenzioso, non farti consumare dall'autocompiacimento

le biblioteche del mondo
hanno sbadigliato
fino ad addormentarsi per tipi come te
non aggiungerti a loro
non farlo
a meno che non ti esca
dall'anima come un razzo,
a meno che lo star fermo
non ti porti alla follia o
al suicidio o all'omicidio,
non farlo
a meno che il sole dentro di te stia
bruciandoti le viscere,
non farlo.
quando sarà veramente il momento,
e se sei predestinato,
si farà da sè e continuerà finchè tu morirai o morirà in te.

non c'è altro modo
e non c'è mai stato.

Charles Bukosky

Con immensa stima
Michele Poli

martedì 18 settembre 2012

mercoledì 2 novembre 2011

PARTECIPA ALLA DISCUSSIONE SU QUINDICI ON LINE


Molfetta, un lettore scrive a “Quindici”: sono deluso dalle false promesse del sindaco Azzollini per aiutare l’hockey

Clicca sul link qui di seguito e partecipa alla discussione.
Ringrazio tutti

http://www.quindici-molfetta.it/sport-c_3.aspx




Entusiasmante esordio casalingo per l’Hockey Club Molfetta: Breganze battuto 7-5

Vittoria esaltante per gli uomini di Poli, figlia della forza e dell’orgoglio di un gruppo che ha ancora tanta voglia di stupire

tratto dal sito di Qundici on line
http://www.quindici-molfetta.it/entusiasmante-esordio-casalingo-per-l-hockey-club-molfetta-breganze-battuto-75_24156.aspx

MOLFETTA - L'Hockey Club Molfetta c’è. Ed è pronto a regalare ancora tante altre soddisfazioni ai propri tifosi, nonostante il momento non felicissimo che sta attraversando. D’altronde le premesse alla vigilia non erano delle più confortanti, almeno per quel che riguarda la situazione societaria, trovatasi improvvisamente a fronteggiare la totale mancanza di sponsor, pur conservando la ferma voglia di non far cessare la trentennale storia di un club, che paradossalmente attraversa il suo periodo migliore a livello sportivo, da quando è stato fondato. In questa occasione si chiedeva ai giocatori una prova d’orgoglio, tesa a ridare entusiasmo ad una piazza che, eccezion fatta per i soliti fedelissimi, troppo spesso ha snobbato una realtà che, piaccia o no, è arrivata a conquistare l’Europa, ed è da qualche anno ai vertici nella propria disciplina sportiva. E così è stato.


Mister Poli schiera lo starting five con più esperienza, che vede il portiere catalano Fermin Ortega tra i pali, Spadavecchia, Tamborindegui, Fernandez e il capitano Cirilli in pista. Il Breganze si oppone con Cavedon, del Santo, Travasino, Josi Garcia e Emiliano Romero, Pronti via i pattinatori biancorossi dimostrano subito di non aver alcun tipo di remora nei confronti del ben quotato avversario. Le prime conclusioni di Spadavecchia, Tamborindegui e Cirilli non impensieriscono più di tanto il portiere del Breganze, Cavedon, che però, verso la metà della prima frazione, si rende responsabile di un fallo da cartellino blu. Fernandez batte il conseguente tiro libero, ma Bonatto si muove in anticipo. Sulla replica lo stesso Fernandez si fa parare il primo tentativo ma sulla ribattuta riesce a segnare un bellissimo gol. 1-0 per Molfetta e grande entusiasmo sugli spalti per la seconda marcatura stagionale dello “Tsunami” cileno. Solo due minuti dopo il Molfetta raddoppia il vantaggio, grazie ad una precisa conclusione appena fuori dall’area di rigore da parte del “cinese” Spadavecchia. Ma le emozioni non finiscono qui. Al 16’ è Travasino a ridare linfa ai progetti di rimonta del Breganze, con una precisa conclusione ravvicinata, che batte un incolpevole Ortega. Il Molfetta però non si abbatte, e grazie ad un ottimo recupero difensivo di Tamborindegui che mette in condizione Fernandez di violare ancora la porta breganzese, al 17’ torna ad allungare le distanze. E’ il momento più bello della partita, le squadre sono vive più che mai, e lo spettacolo non manca. Infatti dopo un minuto, i pattinatori rossoneri tornano in auge, grazie ad una rete del bomber Josi Garcia che riporta il risultato sul 3-2 per Molfetta. All’ultimo minuto del primo tempo però succede di tutto: il Molfetta passa per ben due volte prima con Cirilli dalla distanza e poi con Tamborindegui, dopo uno scambio ubriacante con Fernandez. Al fischio parziale Molfetta 5 Breganze 2.



Lo starting five della seconda frazione non cambia, e non cambierà per tutto il resto del match. Dopo alcuni minuti iniziali di studio, al 32’ Cirilli, dopo una potente conclusione, colpisce la traversa. Sulla ripartenza il Breganze accorcia le distanze con Del Santo. Ma il capitano c’è e non molla la sua ciurma, e al 35’ insacca con un preciso tiro dalla trequarti, riportanto il Molfetta sul 6-3. Da quel momento in poi i ragazzi di mister Poli, risentono di un calo fisiologico sia a livello fisico, che di concentrazione, e subiscono la voglia di rimonta dei vicentini che si riportano sotto prima con Romero e poi col tiro libero realizzato da Josi Garcia, concesso dopo il decimo fallo di squadra biancorosso. Sul 6-5 però il Molfetta non si lascia prendere dal panico e al 47’ grazie ad un preciso assist del capitano Cirilli, Fernandez realizza il gol della sicurezza, regalando rinnovato entusiasmo al pubblico del Paladonsturzo. L’occasione per allungare è sulla stecca di Tamborindegui, che nel finale spreca un tiro libero concesso dopo il blu ricevuto da Josi Garcia. Al fischio finale Molfetta 7 Breganze 5.

Una vittoria esaltante, fortemente voluta da mister Poli e ancor di più da questi ragazzi, che nonostante mille difficoltà e pensieri, stanno riuscendo a far rivivere quel sogno solo leggermente assaporato nel finale della scorsa stagione. Un entusiasmo che si spera possa uscire dalle mura del “don Sturzo” e coinvolgere quanta più gente possibile, con la speranza di riuscire a respirare un’aria più tranquilla e distesa nel futuro, che si spera torni roseo quanto prima possibile

martedì 25 ottobre 2011

HOCKEY CLUB MOLFETTA TRAVOLTO A VALDAGNO

tratto dal sito ufficiale dell'Hc Molfetta
23/10/2011 - L’Hockey Club Molfetta, subisce una sonora sconfitta nella prima giornata di campionato di Serie A1, contro il Valdagno vice campione d’Italia. In terra vicentina, finisce 7-1 in favore dei padroni di casa. Di Nicolas Fernandez su rigore, l’unico acuto biancorosso.
Gara da dimenticare dunque, per gli uomini di Poli, che soffrono il tasso tecnico e la freschezza atletica superiore del Valdagno e non entrano mai in partita.
Molte però le attenuanti per il Molfetta: Fernandez e Tamborindegui ad esempio, non hanno ancora svolto un allenamento insieme al resto della squadra perchè arrivati a Molfetta solo un paio di giorni fa. La squadra inoltre, è crollata fisicamente nel secondo tempo, per via di una preparazione atletica iniziata un po in ritardo rispetto ai veneti, che hanno già giocato e vinto la Supercoppa italiana contro i campioni d’Italia in carica del Cgc Viareggio. Infine, cosa assolutamente da non sottovalutare, gli uomini di Poli non hanno avuto ancora la possibilità di giocare e allenarsi insieme per potersi conoscere e per creare quell’amalgama di gioco, fondamentale per poter affrontare un campionato difficile e competitivo come quello di A1.



Dunque all’Hockey Club, non resta che lavorare con impegno e serenità e prepararsi per l’esordio al pala Don Sturzo, previsto per sabato 29 ottobre alle ore 20:45.



Tabellino gara



HOCKEY CITTA' DI VALDAGNO - HC Molfetta: 7-1 (3-1)

Marcatori: PT. Rigo 01'31''; De Oro 05'39''; Rigo 09'16''; Fernandez 13'05''; ST. Cocco 07'03''; Nicolia 19'01''; Nicoletti 20'25''; Rossi 23'06'';

HOCKEY CITTA' DI VALDAGNO: Oviedo; (Pertagato); Nicoletti; Cocco; Randon; Nicolia; Rossi; De Oro; Tataranni; Rigo;

HC Molfetta: Ortega; (Picca); Spadavecchia; Deceglie; Di Lernia; Squeo; Boccassini; Tamborindegui; Cirilli; Fernandez;

Arbitro: BONUCCELLI (LU) / ANTONACCI (MO)

Espulsioni: Esp.Temp. Rigo 2'; Esp.Temp. Spadavecchia 2';

Allenatori: MAROZIN GAETANO (HOCKEY CITTA' DI VALDAGNO) / Poli Michele ( HC Molfetta)





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sabato 2 luglio 2011

Votate Valentina Di Paola a Miss Italia nel Mondo VOTATE la n°5

A nome di Valentina, ringrazio tutti i fans che l'hanno votata.
Peccato, solo per un soffio Valentina si è classificata seconda alla fase finale di Miss Italia nel Mondo 2011.
Io invio un grande in bocca al lupo alla bellissima Miss n°5 , ricordandogli che anche Sofia Loren non ha mai vinto il concorso di Miss Italia.
Un abbraccio Michele Poli
 

Valentina di Paola concorre come miss Italia nel Mondo 2011,

è la bellissima fidanzata di un atleta che ha militato nella squadra che alleno "HC Molfetta" il Bomber Federico Ambrosio

Valentina Di Paola FANS CLUB
Votando la MISS N°5
Sosteniamo MISS ITALIA ARGENTINA Valentina Di Paola durante il programma Miss Italia nel Mondo. In questa pagina troverete continui aggiornamenti.... Grazie mille...di cuore!!! Miss Italia nel Mondo: televoto e selezioni giovedì 30 giugno 2011 Sei sele...zioni determineranno la vincitrice del titolo di Miss Italia nel Mondo. La finale sarà trasmessa su Raiuno il 4 luglio e il pubblico da casa potrà scegliere la sua miss preferita tramite il televoto ai numeri: 894.003 da telefono fisso e 4784785 da mobile. I voti dei telespettatori saranno sommati a quelli della giuria presente sul Lungomare di Reggio Calabria, la città che ospita la manifestazione (percentuale del 50%). Il televoto, sia da telefono fisso che mobile può avvenire solo dall’Italia. La sera dell’1 luglio è prevista l’Anteprima della presentazione delle 40 candidate: al termine sarà aperta la prima sessione di voto che verrà chiusa la sera del 4 luglio. Il numero delle concorrenti sarà via via ridotto da 40 a 20, a dieci, a sei, a tre, a due fino alla proclamazione della vincitrice. Dieci il numero massimo dei voti validi per la prima sessione di voto, cinque per quelle successive. Costo: euro 0,75 per ogni chiamata o SMS per voti validi. Con la prima votazione si scelgono 19 miss, mentre la ventesima che passa il turno risulterà dal ballottaggio, deciso dalla sola giuria, tra la 20.a e la 21.a. Lo stesso meccanismo è valido anche nelle due votazioni successive
Grazie a tutti quelli che voteranno per Valentina.
Costo: euro 0,75 centesimo di €uro per ogni chiamata o SMS .....meno di un caffè ;-)
 ‎894.003 da telefono fisso e 4784785 da mobile votate la Miss  n°5

domenica 26 giugno 2011

26 giugno 2011 Memorial Bottalico

Lo sport si ripete e si rinnova,
in memoria di un grande uomo di sport, questa mattina presso il palazzetto dello sport di via Aldo Moro di Giovinazzo circa 70 bambini hanno dato vita al:

"MEMORIAL BOTTALICO".

Le foto della manifestazione le potete visionare e scaricare al seguente link:
https://picasaweb.google.com/lh/webUpload?uname=112848311842868417109&aid=5622636970720381681

giovedì 2 giugno 2011

Gran bel 2 giugno,
una grande emozione ascoltare l'inno cantato dalla squadra del mio Alessandro e i suoi compagni di squadra.



Tratto da Matdit
L'inno d'Italia.
In molti criticano questo testo: troppo retorico, si dice, pomposo, parole arcaiche, 
dell'Ottocento...
Be', che le parole siano molto "Ottocentesche" non c'è dubbio, ma che altro

poteva fare uno che scriveva nel 1847?
E comunque guardate i testi degli altri inni nazionali e vedrete che come
retorica non scherzano nemmeno loro.
E poi retorico... Sarebbe retorico quel "Siam pronti alla morte"? Be', però

se pensate che il testo è stato scritto da uno che poi è morto a 22 anni
 combattendo per le sue idee, mi pare che non sia così retorico.
Ma certo, non ci siamo abituati... Noi siamo abituati alle trasmissioni

televisive dove si telefona al conduttore per partecipare a un gioco,
e una bella vocetta maschile dice:
- Pronto, buongiorno Raffaella! Io sono un ragazzo 

di trentotto anni e vivo a Milano... (!!!)

Questo è il link che vi permetterà di scaricare le foto del torneo:

https://picasaweb.google.com/100450403838782942293/02Giu2011?authkey=Gv1sRgCJHw6fzegPnMaA#

Vi sarà grato se lascerete sul Blog un commento sulla manifestazione.

Grazie a Tutti
Michele Poli

mercoledì 22 dicembre 2010

In occasione di questo Santo Natale ho rispolverato la lettera di Don Tonino Bello: Tanti Auguri Scomodi



Vi auguriamo...
Non un cesto ricco di doni e colore
ma un cuore che Doni serenità e amore.
Buon Natale.

Michele Poli e Famiglia



Per l’occasione ho rispolverato un vecchio scritto di don Tonino Bello (che invio per la bellezza del messaggio).


“Tanti Auguri Scomodi”

Non obbedirei mai al mio dovere di vescovo, se vi dicessi "Buon Natale" senza darvi disturbo. Io, invece, vi voglio infastidire.
Non posso, infatti, sopportare l'idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla "routine" di calendario; mi lusinga, addirittura, l'ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati. Tanti auguri scomodi, allora!
Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali. E vi conceda la forza di inventarvi un'esistenza carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio.
Il bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un povero marocchino, a un povero di passaggio.
Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la carriera diventa l'idolo della vostra vita; il sorpasso progetto dei vostri giorni: la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate.
Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla ove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che lo sterco degli uomini o il bidone della spazzatura o l'inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.
Giuseppe, che nell'affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi tutte le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi cortocircuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.
Gli angeli che annunciano la pace portino guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che, poco più lontano di una spanna con l'aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfrutta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano i popoli allo sterminio della fame.
I poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell'oscurità e la città dorme nell'indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere "una gran luce", dovete partire dagli ultimi. Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella figura ma non scaldano. Che i ritardi dell'edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative.
I pastori che vegliano nella notte, "facendo la guardia al gregge" scrutando l'aurora, vi diano il senso della storia, l'ebbrezza delle attese, il gaudio dell'abbandono in Dio. E vi ispirino un desiderio profondo di vivere poveri: che poi è l'unico modo per morire ricchi.

Sul nostro vecchio mondo che muore nasca la speranza!!!

don Tonino Bello

domenica 7 novembre 2010

7 novembre 2010 Esordiscono due nuovi Lupetti in casa Poli





Ciao a tutti,
oggi finalmente è arrivato il grande esordio nel mondo dello scautismo per i miei due Gemelli Alessandro e Gabriella.
E' una contraddizione ai due miei piccoli Lupetti:
- Un grande in bocca al Lupo.


Al link qui in basso, ho pubblicato le foto scattate stamattina prima della partenza del gruppo Agesci Giovinazzo 1 per l'uscita al Bosco di Ruvo in località Calendano.
Gli interessati possono scaricare le foto da :

http://lh5.ggpht.com/_CgDnrJYbglU/TNa-PgI41-I/AAAAAAAAAZU/_1HbX4Ew58c/s720/P1230980.JPG


http://lh6.ggpht.com/_CgDnrJYbglU/TNbAxxOcmAI/AAAAAAAAAe0/4JpPqvCnhhU/s720/P1240059.JPG

Saluti a tutti
Michele

martedì 28 settembre 2010

F.I.H.P. Hockey Pista - Riunione degli STATI GENERALI DEL 18 SETTEMBRE 2010


http://www.hockeypista.it/forum/viewtopic.php?f=1&t=3239


Egregi Signori,
innanzitutto mi scuso con il Presidente Federale, On. Sabatino Aracu e il SIPAR HP, e ringrazio loro per l’invito alla Convention del 18 settembre di Bologna, ma purtroppo problemi di lavoro mi hanno impedito di partecipare.
Nell’occasione ringrazio anche il sito Hockeypista.it per la messa in onda delle registrazioni degli interventi di alcuni partecipanti.
Premesso questo, parto subito con le mie personali considerazioni:
Non si diventa Presidenti per caso e Sabatino Aracu lo ha dimostrato brillantemente nella sua introduzione, affermare TUTTI ABBIAMO SBAGLIATO è un grande segno di umiltà. Questo è il momento di capire quali sono stati gli errori e porre in atto delle procedure di risanamento per la riqualificazione di questo meraviglioso sport. Benissimo, la convention di Bologna non deve essere l’avvio di un processo giudiziario, ma l’inizio di un processo per ritornare all’ECCELLENZA. Questo si potrà avere solo se TUTTI e per "TUTTI" intendo anche i SANTONI di questa specialità, si siederanno a tavolino con la convinzione che c’è sempre da imparare, anche a 90 anni, come affermato dal nostro Presidente Federale. Quindi sono pienamente d’accordo con la teoria dell’istituzione di un tavolo dove tutte le scuole hockeistiche nazionali (Scuola Pugliese, Scuola Toscana, Scuola Veneta, Scuola Lombarda, Scuola Piemontese, Scuola Friulana, Scuola Emiliana e la GIOVANE Scuola Ligure), si confrontino tecnicamente e si tiri fuori finalmente un modello di prestazione dell’HOCKEYSTA. Altrettanto importante è fissare bene in mente che il solo gioco di squadra dei migliori tecnici del mondo (scusate la presunzione ma noi Italiani siamo i migliori) non è più sufficiente, il valore organizzativo economico è fondamentale, bisogna tirare dentro il movimento nuovi giovani dirigenti che affianchino i vecchi, con spirito e abilità imprenditoriale, e convoglino saggiamente i pochi euro che la crisi economica ci mette a disposizione. Se questo non avverrà, ahimè non sarà sufficiente nemmeno pubblicare e distribuire gratuitamente l’enciclopedia dell’ HP di Gianni Massari.
Caro Presidente, come primo passo io chiedo l’intervento di fondi Federali per la pubblicazione dell’enciclopedia dell’H.P. del nostro ex C.T., così come fu fatto anni orsono dalla Federazione con l’unico testo ufficiale redatto anni orsono dal nostro ex C.T. Francesco Marchesini.
Anch’io come il designatore Fiorenzo Tonali vorrei iniziare con il fare un plauso all’operato degli arbitri, la scorsa stagione hanno svolto il loro compito in maniera egregia, il regolamento nuovo ha messo in difficoltà tutti e gli arbitri ancor più.
Da quello che quasi tutti hanno dichiarato, hanno avuto poche possibilità di prepararsi, sia in aula che in pista. Per quanto riguarda il settore arbitrale e gli allenamenti in pista io avrei una mia piccola teoria, in questo mio intervento posso riassumere sinteticamente così:
Gli arbitri di A1 e A2 devono allenarsi obbligatoriamente presso le società sportive e aggregarsi agli allenamenti delle squadre senior.
Purtroppo non mi trovo d’accordo su alcune cose dichiarate dall’allenatore Antonio Caricato, perché condite con astute inesattezze.
Come detto da Caricato, le nostre Nazionali hanno raggiunto il loro minimo storico, è vero e facile da verificare, basta guardare le classifiche. Come intelligentemente dichiarato dall’Avv. Fausto Pozzan, nel nostro sport manca la memoria storica, la storia scritta della nostra disciplina.
Purtroppo si gioca e si va avanti troppo con il pettegolezzo, e il pettegolezzo è il voler rifare la Storia secondo il proprio senno e arbitrio ma non è il vero. Concordo con Caricato, i risultati attuali sono mediocri, così come lo erano nei primi anni ’80 quando disputammo il mondiale in Cile e ci classificammo più o meno come lo scorso mondiale. Ma proprio dal quel mondiale in Cile è iniziata secondo me la rinascita e la crescita dell’Hockey italiano. Siamo un popolo di creativi e le radici della creatività sono i nostri problemi. Da quei mediocri risultati i tecnici e i dirigenti di quel tempo, tirarono fuori tutta l’abilità italiana, strutturando i centri di Alta specializzazione, organizzati e coordinati da Francesco Marchesini sino alla nazionale under 16 e le nazionali Juniores / Seniores abilmente condotte da Gianni Massari.
Caricato ha dichiarato che l’Italia ha vinto un mondiale femminile. Ma dove? Ma quando?
Il Canada nel 1991 vinse il mondiale femminile pattinando con i pattini in linea, le atlete Canadesi non erano ragazze che giocavano l’hockey in line, ma bensì erano le atlete professioniste della Nazionale di Hockey su ghiaccio canadese al completo, quella nazionale schierava tra le sue fila la più forte giocatrice al mondo di quella specialità, una ragazza di colore che oggi in Italia potrebbe tranquillamente giocare nel nostro campionato maschile di A1.
Non mi sembra nemmeno corretto citare come delle meteore atleti come, Marolla, Marabotti, Scuccato, Ricci, Brandolin e dimenticare nella citazione di quel gruppo, i magici Cupisti Alessandro e Girardelli Franco che erano parte integrante di quella nazionale.
Questi Atleti hanno portato in Italia il primo titolo Europeo e per anni hanno continuato a calcare le piste italiane, aggiungo a quei nomi, Pietrini di Follonica e Dagostino di Salerno, che per tantissimi anni hanno indossato la maglia delle loro città, come si può classificarli come delle meteore?
Mai nessuna nazionale ha mai vinto in Italia un mondiale seniores, portando con sé atleti della stessa età. Le nostre nazionali si sono sempre contraddistinte per la loro diseguaglianza anagrafica, che univa il giovane al più esperto, questo creava competizione, motivazione e risultati.
E’ vero la Juniores è il serbatoio della Senior, ma quanti junior dovrebbero raggiungere la massima serie? Della spedizione olandese, due soli nomi, Cupisti e Girardelli nell’Olimpo dell’Hockey pista, penso che il risultato sia eccellente.
Allora tutti d’accordo sulla juniores come serbatoio della nazionale maggiore, e la under 16 cosa era, se non il serbatoio della Juniores?
Nonostante abbia contribuito marginalmente (in quanto ero solo un collaboratore insieme ad altri colleghi), mi sento enormemente offeso, nel sentire dichiarare che l’ultimo Europeo vinto da una under 16 lo abbiamo vinto solo grazie a Gianni Massari, io sono testimone del volume e la qualità di lavoro svolto da Francesco Marchesini per quella nazionale. Sono stato presente a tutti i raduni di Bassano tenuti da Checco Marchesini e solo una quarantina di giorni prima (forse meno) dell’Europeo, la nazionale fu affidata a Gianni Massari, al quale va il merito di aver condotto magistralmente la panchina azzurra.
Caricato, afferma che le nazionali lavorano a vista, non c’è una linea guida. Forse in questo ha ragione, ma io non sono d’accordo sulla tesi delle linee guida dettate dal C.T..
Il Commissario Tecnico oggi c’è, domani non lo sappiamo. Il patrimonio della specialità sono gli atleti, le linee guida vengono dettate dal MODELLO DI PRESTAZIONE che le varie scuole italiane devono coniare. Si parte dai programmi delle attività giovanili delle nazionali dove dobbiamo preparare i nostri atleti e portarli a raggiungere quello che si chiama DISPONIBILITA’ VARIABILE. Mi spiego meglio per i meno tecnici, la disponibilità variabile è una fase dell’apprendimento sportivo. Questa fase dell’apprendimento di abilità, arriva quando, l’esecuzione del movimento o del gesto vengono automatizzati, c’è una diminuzione dell’attenzione volontaria dell’esecuzione; quindi l’abilità motoria o tecnica si consolida e diventa non più “fine dell’apprendimento”, ma mezzo per realizzare compiti tattici. Tutte le particolarità dell’esecuzione migliorano, si stabilizza la coordinazione e possiamo notare che l’utilizzo dell’abilità acquista soprattutto valore strategico. In Nazionale devono arrivare gli atleti con queste caratteristiche, atleti che possono seguire qualsiasi strategia o tattica di un qualsivoglia C.T., sia che questi preferisca giocare a zona, sia che preferisca giocare a uomo o entrambe le cose. Agli allenatori che lavorano sui giovani, come Massimo Barbieri, si dovrebbe ritornare a insegnare questo, come raggiungere con il proprio atleta la disponibilità variabile. Non possiamo lasciare solo al loro entusiasmo e al metodo prove ed errori la crescita del nostro sport. Mi aggancio ora al discorso di Fausto Pozzan, più praticanti equivale a maggiore qualità. In effetti, la promozione è importante: Massari parlava di scuole elementari e di reclutamento nelle scuole primarie. Si è vero, avendo me partecipato come componente del progetto scuola FIHP del compianto presidente Tiezzi, come potrei non essere d’accordo. Chi più di me può sponsorizzare questa teoria dell’accesso alle scuole. Ma attenzione, le realtà si sono modificate, l’utilizzo del pattino io lo promuoverei già dagli ultimi anni della scuola dell’infanzia. Lo scopo dell’utilizzo del pattino é proprio quello di ampliare verso una maggiore multilateralità le abilità senso-motorie del Bambino al di là del sesso e dello sport dominante la sua attività sportiva futura.
Per quello che può essere lo sviluppo dell’hockey pista, noi tecnici non dobbiamo aver paura di trovarci in situazione sub-alterna nella scuola.
Noi lavoriamo per migliorare il prodotto Pattinare e il pattinare per transfert porterà più avanti i bambini a giocare ad hockey, il compito che ci dobbiamo prefissare è divulgare il pattinare all’infinito, tutti gli apporti migliorano il sistema, noi siamo nel sistema e lavoriamo con loro.
Noi tecnici siamo depositari di alcuni saperi, gli insegnanti lo sono di altri c’é un confronto. Tutto questo, fatto con coscienza, porterà al risultato voluto, cioè indirizzare più bambini verso le nostre piste.
Se a qualcuno dovesse interessare, sul mio blog http://pattinaresulweb.blogspot.com/ sono riportate le mie esperienze con il progetto scuola, non è un’enciclopedia, ma una sintesi della mia esperienza con le rotelle.
Sempre Pozzan ha posto il problema dell’hockey femminile. Le abilità al di là del sesso, sì del sesso! Sport per ragazzi e sport per ragazze, Hockey per ragazzi e hockey per ragazze?
La differenziazione tra sport per ragazzi e sport per ragazze ormai è stata superata da decenni.
Nella mia relazione tecnica scritta sull’hockey femminile, che distribuii a tutti i presenti e in copia consegnai alla FIHP, in occasione del Seminario per gli allenatori di Roma nel luglio del 1994, lanciai un messaggio di allarme, proponendo delle soluzioni che all’epoca fecero sorridere gli addetti ai lavori. Tra queste proposte ricordo, quella di far disputare un campionato giovanile misto, fu definita da qualcuno una mia allucinazione.
Ancora oggi mi chiedo quella relazione sarà mai stata letta da qualcuno?
Per la cronaca, e non per correggere quanto detto da Fausto Pozzan, nel 1991 fu disputato un campionato femminile a 18 squadre.
Altra proposta da condividere è quella lanciata da Fausto Pozzan e Camillo Di Nicola sull’utilizzo del Web, avvicinare le varie zone agli eventi, con l’aiuto della rete. Non mi sembra giusto né promozionale, obbligare un tecnico della Sicilia o della Puglia, a spostarsi di 1000 – 2000 km per partecipare al seminario allenatori. Per le località disagiate, si deve poter dare la possibilità anche attraverso il web di partecipazione a questi seminari.
Francesco Martini ha ricordato che solo il 10% di quello che si espone verbalmente viene recepito e memorizzato, mi auguro che questo mio intervento scritto raggiunga qualche punto percentuale in più.
C’è molto da lavorare, Massari ha ricordato a tutti che Marzella ha messo i pattini a tre anni, quindi a 19 anni ha raggiunto l’eccellenza con la vittoria dello scudetto e della Coppa delle Coppe. Sedici anni di duro lavoro per raggiungere il top.
Quindi, se questo 2010 è davvero il nuovo anno zero, buon lavoro a tutti.
Cordiali saluti
Michele Poli

lunedì 6 settembre 2010

5 settembre 2010 CONCERTO DELLA POLIFONICA





Carissimi lettori,

ecco a Voi tutte le foto del concerto tenutosi nel cortile dell'Istituto Vittorio Emanuele II di Giovinazzo.

Le foto sono a vostra disposizione, è sufficiente collegarsi ai due link qui in basso:
http://picasaweb.google.com/104737897416788993604/5settembre2010ConcertoEstateGiovinazzese#5513552253051151202

http://lh5.ggpht.com/_CgDnrJYbglU/TIvscu-H9hI/AAAAAAAAATQ/oxUVKbt1jyk/s512/P1230533.JPG



ciao a Tutti
Michele Poli

venerdì 30 aprile 2010

2 aprile 2010 giovani calciatori crescono con Fabio


Come ogni anno, i giovani atleti guidati dal mister Fabio Pansini, incontrano le scuole di calcio Giovinazzesi.
Collegandovi al link qui in basso potrebbe scaricare le foto dell'incontro .

http://picasaweb.google.it/michelepoli.mp.libero/2Aprile2010CampettiDolceamoreCalcioAOtto?authkey=Gv1sRgCLXHqd_3y9XoJA#5466031225698022130

lunedì 22 marzo 2010




giovedì 11 marzo 2010

LAURA REGANO, un esempio di altruismo da imitare e diffondere…”



A.I.T.F. Associazione
Italiana
Trapiantati
di Fegato
ONLUS

All’Ill.mo/a dott./ssa
_________________
_________________
Oggetto: invito

Il Centro Trapianto di Fegato del Policlinico Universitario Di Bari insieme all’Associazione Italiana dei Trapiantati di Fegato (A.I.T.F.) Nazionale, L’A.I.T.F. Puglia e l’A.I.D.O. Puglia, stanno organizzando per la giornata del 20 marzo 2010, ore 09,00 presso l’AULA DE BLASI del Policlinico di Bari, una tavola rotonda nel corso della quale avverrà la consegna di una borsa di studio di € 5.000,00, finanziata dall’AITF Nazionale, in memoria della dott.ssa Laura Regano, presidente della AITF per la Regione Puglia, recentemente scomparsa a Torino in attesa di un nuovo trapianto di fegato.
Nel corso della manifestazione che avrà per titolo:

“Donazione e trapianti di organi in Italia:
LAURA REGANO, un esempio di altruismo da imitare e diffondere…”

che vedrà la partecipazione fra gli altri del prof. Memeo, (Direttore del Centro di Trapianti di Fegato del Policlinico di Bari), del prof. Gigot (Direttore Generale della Clinica Universitaria Saint Luc di Bruxelles), del prof. Mauro Salizzoni (Direttore del centro Trapianti di Fegato dell’ospedale “Le Molinette” di Torino) e dell’Ing. C. MAFFEO (Presidente Nazionale dell’AITF) verrà altresì presentato il libro
“ Nel regno delle chimere ”,
scritto dalla stessa dottoressa ed edito postumo per i tipi della Edizioni SIZ di Verona, i cui utili saranno destinati alla stessa A.I.T.F. per il finanziamento di attività attinenti alla propria ragione sociale.
Scopo dell’iniziativa sarà quello di promuovere una più ampia sensibilizzazione sui temi della donazione e trapianti di organi e fornirà l’occasione per discutere, insieme alle autorità istituzionali ed accademiche, della situazione di tale settore in particolare nella nostra Regione.
Nel rispetto della volontà costantemente espressa dalla dottoressa Laura Regano, L’Associazione Italiana Trapiantati di Fegato ha intenzione di dare continuità all’impegno da Lei profuso, sia come presidente regionale della AITF Delegazione Puglia, sia come professionista della società BXL Puglia-Europe, società che la dottoressa Regano ha contribuito a fondare ed all’interno della quale ha promosso ed elaborato una serie di progetti di mobilità, riconosciuti e premiati anche a livello europeo, rivolti a giovani medici al fine di favorirne la formazione all’interno dei maggiori centri trapiantologici nazionali ed europei.
Considerata le finalità e gli interessi della presente iniziativa, con la presente si invita la S.V.I. a voler partecipare a detto evento.
Fiduciosa nell’accoglimento della presente, la prof.ssa Rosa Ieva, madre di Laura Regano e responsabile p.t. della delegazione Puglia della A.I.T.F., porge i suoi più cordiali saluti
Andria, 26 febbraio 2010

Prof.ssa Rosa IEVA

mercoledì 10 marzo 2010

Schizzato via dal forum di Hp MARIA: la donna per eccellenza.

Per poterci capire qualcosa bisognerebbe leggere qualcosa da questo link:
http://www.hockeypista.it/forum/viewtopic.php?f=1&t=2960&start=20



Un noto proverbio recita : ”ognuno misura gli altri col proprio metro”.

Padrone e una bellissima parola se considerata nell’accezione Vera del suo significato ossia: Padre. Infatti etimologicamente Padrone deriva da Patrònus cioè Pater ovvero Padre, protettore. E chi è Dio se non il nostro PATER?

E’ spiacevole notare come ancora oggi in tanti avvertano la sensazione della sottomissione a qualcuno. Famiglia, lavoro, amici…..e se guardassimo invece realmente Maria? E la sua reale sottomissione? Non svilisce affatto il suo essere Donna anzi. La esalta e la glorifica nella sua vera essenza.
Non solo: SI MARIA SI E’ SEMPRE SOTTOMESSA ALLA VOLONTA’ DEL SIGNORE. Ma chi è Maria? MARIA è la MADRE del suo SIGNORE.
Ragazzi c’è poco da parlare. I fatti parlano chiaro. E se dire SI porta a cotanto frutto…….
Perché quel “SI” spaventa così tanto?
Io sono troppo ignorante per rispondere. La mia è una fede che non cerca troppe spiegazioni ( parliamo troppo e dimostriamo troppo poco…la vita di un cristiano deve essere prima di tutto esemplare per poter dire, poi, qualcosa…..


Un grande del giornalismo religioso, parla di Maria …... Lo fa alla sua maniera, semplice ,ma appassionata. Ci riferiamo al giornalista Antonio Socci, un nome,una garanzia di serietà ed anche di competenza. Socci, chi è Maria?: “ ma guardi,la sua domanda mi e ci richiederebbe ore di lunga e piacevole conversazione, ma mi limito a risponderle così: di Maria non ne abbiamo mai a sufficienza, Maria non basta mai”. In che senso, Maria non basta mai?: “ lei è la discepola perfetta, colei che ha detto sia fatta la tua volontà senza alcuna certezza solo e semplicemente credendo,e non mi pare cosa di poco conto. A noi tutti, Maria da un esempio di fiducia e di fede nel suo Figlio, poi lei, una semplice ragazzetta di campagna, per niente colta, ha avuto il privilegio di darci e donarci il Figlio di Dio. Ora si comprende il mistero e la gloria di Maria”?. E aggiunge: “ vi sarà anche un motivo se, nelle litanie lauretane, viene chiamata Regina degli Angeli. Lei è Regina degli Angeli in quanto assisa tra di loro, canta la gloria di Dio e a lui ci porta, ecco chi è Maria, Madre nostra e della Chiesa, colei che ci ripaga di ogni sconfitta e di ogni fatica”. Certamente è così. Ma i soliti tromboni ,che non mancano mai, spesso,guardano alla devozione mariana e alla pietà popolare con la puzza sotto il naso,quasi come se fosse una cosa di seconda categoria: “ sbagliano. Intanto è lo stesso Vangelo che ci dice che la fede è dei semplici e non degli scienziati o di coloro che presumono di saper tutto e poi non sanno nulla. La pietà popolare invece, è importantissima, perché rappresenta il senso della fede del popolo di Dio e in questa pietà popolare Maria ha il suo spazio”. Vi è chi ravvisa una mariologia zuccherosa: “ insisto, Maria, merita rispetto e ammirazione. Certo ,se qualcuno si avvicina a lei con animo infantile o con mire interessate allora sbaglia. Di Maria dobbiamo avere la massima fiducia, è nostra madre ed una madre non ci potrà mai tradire”. Le apparizioni mariane: “ ecco appunto. Nella sua saggezza la Chiesa non le impone, lascia liberi i fedeli di crederci o no, non appartengono ai dogmi,sono rivelazioni e come tali vanno prese, lo ha sempre detto il Magistero della Chiesa, lo hanno ribadito Giovanni Paolo II e l’allora cardinale Ratzinger. Ma che siano semplici rivelazioni private non implica che non abbiano valore. Sono importanti e ci aiutano a consolidare la nostra fede spesso traballante”. In che senso ci aiutano: “ io invidio chi vive di certezze, chi non ha mai dubbi. Ma sotto -sotto penso che colui il quale affermi di essere un uomo di tal fatta alla fine crolli. Maria è una donna umile,ma ha dalla sua la forza della fede, non pretende di spiegare cose impossibili. Crede per fede,senza cercare spiegazioni razionali o astruserie”. Tra le apparizioni hanno destato e destano scalpore e qualche polemica di troppo, quelle di Medjugorje. Un Arcivescovo Emerito, esorcista e persona degna, ha parlato di fenomeno satanico ,lei condivide?: “ assolutamente no, del resto quell’affermazione piuttosto incauta ed esagerata, è stata poi corretta da padre Amorth che ha detto esattamente l’opposto. Ritengo che la prudenza della Chiesa sia corretta, ma che neppure possa rifiutarsi in blocco Medjugorje per l’alto numero di conversioni o di sacramenti. Poi le edico anche che Giovanni Paolo II, uomo dik Dio, lo ha varie volte detto alla presenza di testi: se non fosse stato Papa sarebbe andato a Medjugorje, segno che non ci vedeva alcun inganno di Satana”. E la prudenza della Chiesa?: “ la condivido ,un atto dovuto,ma non significa ostilità tanto meno pregiudizio, infatti i pellegrinaggi, sia pur non guidati da Vescovi, si possono fare come fedeli. Poi trovo assurdo litigare sulla Madonna, colei che dona pace, dona speranza e felicità. Diamo tempo al tempo, e proclamiamola Regina degli Angeli”.



Detto questo la migliore risposta te la do con il vero SI della Madonna al Suo PATER:
L'anima mia magnifica il Signore * [5]e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva. *D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente *e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia *si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio, *ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, *ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, *ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo, *ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri, *ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.
Ed ancora alcune riflessioni per la tua risposta, tratte proprio dalle meditazioni del nostro amato Papa Benedetto per la quaresima 2010:
Il Magnificat di Maria, sottolinea Benedetto XVI, ci insegna che Dio “si schiera dalla parte degli ultimi”. Duemila anni fa come oggi, il mondo sembra dire che “i superbi, i potenti e i ricchi” trionfano sui piccoli. Ma, avverte il Papa, il progetto di Dio capovolge i riferimenti sui quali l’umanità preferisce edificare il suo futuro. “L’umile è percepito come un rinunciatario, uno sconfitto, uno che non ha nulla da dire al mondo. Invece questa è la via maestra, e non solo perché l’umiltà è una grande virtù umana, ma perché, in primo luogo, rappresenta il modo di agire di Dio stesso”. (Messa dell’Agorà di Loreto, 2 settembre 2007) “La sua forza segreta – ci rassicura il Papa – è destinata alla fine a svelarsi, per mostrare chi sono i veri eletti di Dio”: “Coloro che lo temono’, fedeli alla sua parola; ‘gli umili, gli affamati, Israele suo servo’, ossia la comunità del popolo di Dio che, come Maria, è costituita da coloro che sono ‘poveri’, puri e semplici di cuore”. (Udienza generale, 15 febbraio 2006) Maria canta la sua umiltà e con essa la grandezza di Dio. Le parole della cugina Elisabetta, “Benedetta tu fra le donne, benedetto il frutto del tuo grembo”, accendono nel suo spirito un cantico di lode al Signore che ha guardato l’umiltà della sua serva: “L’anima mia magnifica il Signore'. Maria riconosce la grandezza di Dio. Questo è il primo indispensabile sentimento della fede; il sentimento che dà sicurezza all’umana creatura e la libertà dalla paura, pur in mezzo alle bufere della storia". (Celebrazione per la fine del Mese Mariano, 31 maggio 2008) Il cantico di lode del Magnificat, è la riflessione del Pontefice, è “un’autentica e profonda lettura teologica della storia”. Una lettura, ribadisce, “che noi dobbiamo continuamente imparare” da Maria la cui fede “è senza ombre e senza incrinature”. Maria, con la sua umiltà, ci indica la relazione inscindibile tra la grandezza del Creatore e della sua creatura: “Dove scompare Dio, l’uomo non diventa più grande; perde anzi la dignità divina, perde lo splendore di Dio sul suo volto. (…) Solo se Dio è grande, anche l’uomo è grande. Con Maria dobbiamo cominciare a capire che è così. Non dobbiamo allontanarci da Dio, ma rendere presente Dio”. (Messa dell’Assunta, 15 agosto 2005)

Un abbraccio
Enza

Ma qualcuno ha davvero letto il testo?
Cito alcuni passi………per Giorgio1960

…Mentre una teologia maschilista nel passato la aveva relegata ...... molto distaccata dall' uomo, dal seicento in poi, la stessa teologia ha cambiato rotta e le restituito l'onore e la dignità anche di donna fisica".
Per i saccenti si noti bene quell’anche
Ed ancora
Lei non ha mai dubitato, é stata sempre vicina al figlio anche nei momenti più difficili, persino nel momento drammatico dello scandalo della Croce quando tutto pareva finito, un fallimento. Ecco, Maria é colei che tutti dovremmo prendere ad esempio"
Maria dimostra con autorevolezza che la scelta del vangelo non é per niente maschilista: " infatti per venire al mondo Cristo ha scelto una donna.
……..penso che la donna, senza mai tralasciare o trascurare i suoi doveri di madre e sposa, faccia bene a lavorare e ha ogni diritto al pari degli uomimi.
…….Le donne lavorino, ma non dimentichino mai la loro specificità" ………
La cosa importante é non fare del lavoro un idolo o un punto costante di riferimento". Insomma, evitare la idolatria del lavoro: "
per gerr: quel “pure” è pretestuoso …..nel testo non esiste…..(anzi io invece del pure ci vedo un bel punto esclamativo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!)
Mi dispaice ma la tua è una tattica malriuscita.
Pensa Gerr sei anche tu figlio di una donna, come Maria, che ha sfidato la vita per metterti al mondo!
Ragazzi avete distolto l’attenzione dal vero fulcro del testo:
MARIA: la donna per eccellenza.
MARIA " e credo che sia la più bella e celebre al mondo.
Le top model, le attrici passano, la loro gloria é fugace e passeggera. Maria resta sempre, é appunto la donna perfetta, colei che ha sempre detto sì, con fedeltà e amore……….PROPRIO COME HA FATTO LA MAMMA DI GERR, con fedeltà e amore, METTENDOLO AL MONDO.
Rassegnati gerr: tua mmamma ha “obbedito” e detto si per amore…..facendoti nascere!
Oppure…………sei ……opera dello Spirito Santo?
Ma dove discriminiamo la donna?
Ragazzi ma allora

Vorrei ricordare a Marzia che esiste un modo di parlare “proprietario” le frasi fatte sanno solo di aria fritta!
E lei cosa fa? In cosa crede? E tutto questo egocentrismo? QUANDO AVREMO IL CORAGGIO DI SOSTITUIRE ALLA PAROLA “IO” LA PAROLA “NOI” capiremo quel “SI”…quella donna di nome Maria, suo Figlio che, seppur UOMO HA DETTO SI MORENDO IN CROCE ……………PER I VARI GIORGIO, GERR, MARZIA…………per me ….per te………..

Ah! Dimenticavo: il padre di Gerr……… mi sa tanto che “quel famoso giorno” insieme a sua madre …..ha detto anche lui un bel SI!..........In quanto alle sue preferenze: Dio che paura queste donne obbedienti…….Meglio le disobbedienti…ci creano il pretesto per farci “sentire” uomini…..al contrario delle obbedienti che ci costringono ad “essere” uomini!

Per usare lo stile “Marzia”: chi è causa del suo mal……pianga se stesso!

martedì 23 febbraio 2010

Dedicato agli amici: Riccardo & Company.

Quanto prima inserirò una lettera aperta , per ringraziare il mio amico Riccardo e tutti gli artefici del sogno ad occhi aperti vissuto da mio Figlio Alessandro.

martedì 22 dicembre 2009

PROGETTO "MUSICA IN CORDA" DELLA SCUOLA DON SAVERIO BAVARO




Per la visione e la stampa delle foto della manifestazione Natalizia "Musica in Corda" tenutasi presso la scuola Elementare Don Saverio Bavaro di Giovinazzo, potete collegarvi al link:


Pubblico le riflessioni di Gabriella e Alessandro
Appena pronto , pubblicherò un articolo.

Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo

Musica in corda

Gabriella racconta:

- Qualche mese fa la maestra Susanna ci comunicò che dovevamo partecipare ad un progetto di musica, io a questa notizia arrossii dall’entusiasmo, ero tanto felice, perché ho sempre sognato di suonare uno strumento musicale.

La maestra ci comunicò anche che a questo progetto avrebbero partecipato esclusivamente le tre seconde classi della Don Saverio Bavaro.

Io ero curiosa di conoscere quale fosse lo strumento musicale che avrei suonato, un mio amico mi anticipò e chiese alla maestra quale strumento avremmo suonato.

La maestra ci rispose che noi bambini della 2A avremmo usato il violino, la maestra ci disse che le altre due classi avrebbero suonato la chitarra e il violoncello; io sorrisi di gioia perché il violino era lo strumento che ho sempre desiderato suonare.

Arrivò il giorno delle lezioni di violino, mi sentivo tanto emozionata e il mio pensiero era quello di conoscere quanto prima le mie insegnanti di musica.

Arrivate in classe le insegnanti, fui molto sorpresa, perché davanti a me, si presentarono due belle e molto giovani maestre.

Le due maestre di musica si presentarono alla classe, la prima si chiama Teresa e la seconda Annamaria. La mattina dopo le nostre insegnanti ci consegnarono gli strumenti, il pomeriggio iniziammo le vere lezioni, io ero molto ansiosa di prendere tra le mani il mio strumento e allo stesso tempo ero molto felice di fare la mia prima lezione di violino.

Le lezioni sono durate per qualche settimana, per due volte la settimana abbiamo studiato musica, sino ad arrivare al 22 dicembre, giorno in cui ci siamo esibiti nell’androne principale della mia scuola.

Ero tanto felice di suonare con i miei compagni di scuola, ero tanto emozionata nel vedere tante persone che erano venute a vederci suonare. Io desideravo sedermi accanto alla mia amica del cuore Alice, ma la maestra Susanna ci ha diviso, tra noi due c’era Francesco. Stare vicino ad Alice mi avrebbe dato più coraggio. La cosa più bella è stato suonare in compagnia delle altre classi seconde, che usavano la chitarra e il violoncello.

Una cosa che mi ha molto sorpreso e resa felice è stato il fatto di vedere mia nonna paterna, mio nonno materno e mia zia Domenica presenti alla manifestazione.

Mio padre sempre presente, ha fatto tantissime fotografie a me e ai miei amici, io ero super contenta di sapere mio padre intento a fotografarmi.

La cosa che ci ha reso ancora più felice è l’aver sentito dalla voce della Preside che molto probabilmente, le lezioni continueranno nel nuovo anno, io ho provato tanta gioia.

Alessandro racconta:

- La maestra Susanna ci comunicò che avremmo partecipato ad un progetto di musica, dovevamo organizzare un piccolo concerto, per dimostrare ai nostri genitori che anche noi bambini sappiamo suonare gli strumenti musicali.

Ero curioso di sapere cosa mi avrebbero fatto suonare, gli strumenti che io ho sempre immaginato sono: la tromba, la chitarra, il violino, il tamburo, la pianola, le maracas e il flauto.

Sono tornato a casa incuriosito da questo progetto e non facevo altro che cercare di immaginare lo strumento che avrei suonato.

Un bel giorno la maestra ci ha comunicato che la nostra classe avrebbe suonato la chitarra, ero contentissimo del regalo che le maestre mi stavano facendo, non stavo più nella pelle.

Non vedevo l’ora di raccontarlo a mio padre, ai miei nonni, ai miei zii e alle mie cuginette.

Ero curioso di conoscere i miei insegnanti di musica, arrivò il giorno in cui si sono presentati a scuola Roberto e Vito, loro erano i due maestri di chitarra.

I due erano molto simpatici, e facevano molte battute che ci facevano sorridere.

Quando qualcuno di noi disturbava la lezione, chiacchierando sottovoce con i compagni, loro ci riprendevano dicendoci così:

Hei che ti voglio bene! Contemporaneamente ci facevano l’occhiolino.

Ricordo la prima lezione, non ero molto bravo e facevo solo disastri con le corde, invece di suonare il LA suonavo il RE, ma il maestro se ne accorgeva solo qualche volta, perché tra tanti suoni di chitarra si confondevano gli errori.

Secondo me, i poveri maestri non ci capivano un fico secco in quel disastro di suoni.

Abbiamo frequentato per un bel po’ di giorni il corso di musica, fino ad arrivare al giorno delle prove del concerto.

La cosa che ricordo molto bene è quando il maestro da il via al concerto, usando la sua bacchetta magica.

Abbiamo strimpellato per un po’ di tempo e poi siamo tornati a casa.

Il giorno prima del concerto ero molto emozionato e spaventato, pensavo che non sarei stato bravo e avrei fatto sbagliare i miei compagni. Ma il giorno del concerto mi sentivo sicuro, quando sono entrato in scena ero un po’ preoccupato che si spezzasse qualche corda.

Quando il maestro D’angelico mosse le mani, l’amica di mia sorella Gabriella gli diede la bacchetta magica, il maestro ci fece il segno in su e poi in giù.

Il segno in su significava che dovevamo alzarci e il segno in giù significava che dovevamo sederci.

Dopo qualche istante ci siamo rialzati, abbiamo fatto un piccolo inchino e ci siamo seduti.

Al via del maestro è iniziata la musica, prima ha suonato la sezione dei violini, poi quella delle chitarre con il brano baby blues e infine la sezione dei violoncelli.

Il concerto è stato stupendo e mi sono emozionato tantissimo, perché suonare con quel pubblico mi dava emozione e tanta fame allo stomaco che brontolava come un leone.

Sono stato contento che tra il pubblico era presente mio padre, la sua presenza mi rendeva felice.




mercoledì 18 novembre 2009

HOCKEY RAGAZZE MOLFETTA 1999 per la quarta volta l'hockey Rosa si tinse di Tricolore


Ieri ho ritrovato casualmente una copia ingiallita della Gazzetta del Mezzogiorno.



A dieci anni dall'ultimo scudetto (il quarto ) dell'Hockey Ragazze Molfetta del Presidente Corrado Armenio.



Mi sembrava giusto ricordare il grandissimo risultato conseguito da queste magnifiche Ragazze , che portarono per la quarta volta lo scudetto nella bacheca dell'HOCKEY RAGAZZE MOLFETTA.






lunedì 26 ottobre 2009



Ciao a tutti,


in questo Blog non poteva mancare questa chicca.


Ringrazio la Evian per aver scelto il pattino tradizionale come mezzo di comunicazione di massa.

martedì 22 settembre 2009

16/09/09, non solo è il primo giorno di lezione ma è anche l’arrivo in una nuova scuola.Per il momento il suo nome è un codice come l'influenza, H2N2?


Nonostante il sole sia ancora alto e caldo e l’aria della sera sembri quella di inizio giugno, cari ragazzi è arrivato il tempo di rimettersi sui banchi.
Per la mia primogenita Eleonora mercoledì 16 settembre 2009, non solo è il primo giorno di lezione, ma è anche l’arrivo in una nuova scuola: le Medie.
Sicuramente paura ed eccitamento non l’avranno fatta dormire, l’idea di incontrare nuovi compagni di classe, il toto sezioni, il toto insegnanti e l'idea di camminare in una scuola ancora inesplorata avranno reso interminabile una notte normale.
Ore 09.00. il Preside Prof. Michele Vestito ci accoglie, genitori e alunni, nell’aula magna.
Dalle parole del Preside, scopro a malincuore che è finita l’epoca delle due scuole Medie Giovinazzesi, la mia Gugliemo Marconi e la Michelangelo Buonarroti.
Il ministero ha deciso di far sparire le due Istituzioni, come nel più accattivante spot pubblicitario di voga negli Ipermercati.....due al prezzo di uno....2x1.....e, nell'era dello scanner, per ora nessun nome, solo un Codice ad identificare un pezzo di storia cittadina.
E’ finita l’era delle competizioni sportive tra le due scuole.
La mia memoria mi riporta alle classiche sfide tra le due scuole, ma soprattutto agli incontri epici tra il Prof. Piscitelli e il Prof. Giangregorio.
Da oggi, 16 settembre 2009, queste sfide entrano a far parte della storia Giovinazzese.
La coincidenza ha voluto che l’incarico di fondere le due scuole fosse affidato ad un altro sportivo d' Eccellenza, il Preside Prof. Michele Vestito ex hockeysta Campione d’Italia e d’Europa degli anni ’80.
Ore 10.00, iniziano le danze: la Prof Miccione, dapprima scandisce i cognomi dei suoi ragazzi della Prima A poi, radunati i ragazzi e i loro genitori, parte spedita in aula.
A seguire è la Prof Maldari a far l’appello dei componenti della sua Prima B.
Appello rigorosamente in ordine alfabetico…arriva la P…al suono del cognome Poli non nego che io sia stato pervaso dall' emozione per aver accompagnato la mia Eleonora nella scuola che mi ha preparato e forgiato l’adolescenza.
Ok seguiamo la Prof, sono le ore 10.15, è pronta la sorpresa per tutti i genitori:
dopo le presentazioni veniamo coinvolti in una prova di lettura.
Ogni genitore viene invitato a leggere ad alta voce un pensiero del testo “ DESIDERATA”. Onestamente non so se c’è stata più emozione da parte degli adulti o dei ragazzi.
Personalmente mi sono sentito messo alla prova, ma allo stesso tempo ho ritenuto l’idea della lettura un momento molto importante.
Insieme a tutti i genitori presenti, sono stato d’esempio per i ragazzi.
Questa esperienza migliorerà la loro autostima e certamente li aiuterà a sconfiggere la paura di esporsi in pubblico.
Quindi, cari ragazzi non abbiate mai timore di esporvi personalmente nei "luoghi" dove potrete diventare esempi per gli altri. Segue..

lunedì 6 luglio 2009

Moggi o non Moggi vinceremo anche oggi. La Parrocchia Sant'Agostino si aggiudica il primo "TESOREREMO" preludio del "GAMBEREMO 2009"




a cura di Carmela Zaza
"Ogni anno l'associazione Juvenatium di Giovinazzo organizza la gara sportiva denominata "Gamberemo - il palio dei rioni" a cui partecipano giovani delle cinque parrocchie cittadine che si cimentano in gare di corsa e staffette di vario tipo.
Quest'anno, per la prima volta è stata predisposta anche una manifestazione che ha coinvolto i bambini e i ragazzi delle parrocchie dai 9 ai 12 anni e che si è svolta sabato 4 luglio in Piazza Vittorio Emanuele II.
Essa è servita a determinare l'ordine di partenza del Gamberemo di agosto.
La manifestazione è stata chiamata "Tesoreremo" perchè era una piccola caccia al tesoro con quiz, domande di cultura generale, indovinelli, cruciverba di vario genere, giochi d'acqua e di abilità, tutti a misura di bambino.
Lo scopo della gara era ricostruire una massima attraverso l'assemblaggio dei vari suoi pezzi che venivano distribuiti una volta superate le prove.
I bambini partecipanti si sono divertiti, hanno collaborato con serenità nelle varie prove e hanno dato il meglio di sè in ogni gioco.
Alla fine ha vinto la parrocchia Sant'Agostino con un largo margine sulle altre squadre partecipanti forse grazie a una organizzazione più lineare ed efficace e anche al valore dei partecipanti.
Al termine cioccolate, attestati e premi per tutti.
Mi preme infine sottolineare la bellezza della massima che è stata ricostruita:

"Un atleta deve essere non solo un campione nello sport, ma anche un modello di umanità. Abbiate sempre comportamenti personali che incoraggino e stimolano al bene" (Papa Giovanni Paolo II).

Credo che sia una frase da incorniciare e da ricordare in ogni competizione sportiva ma anche nella vita dove tutti siamo atleti che giocano la partita più importante."




Ringrazio immensamente Carmela Zaza , per aver condotto egregiamente i nostri bambini alla vittoria del primo TESOREREMO.

PER CHI VOLESSE SCARICARE LE FOTO DELLA MANIFESTAZIONE ECCO A VOI IL LINK DOVE CLICCARE PER COLLEGARSI E PRELEVARE LE FOTO DI VOSTRO INTERESSE:

Classifica finale del 1° " TESOREREMO "



1° POSTO Parrocchia Sant'Agostino



2° POSTO Parrocchia San Domenico


3° POSTO Parrocchia San Giuseppe



4° POSTO Parrocchia Immacolata




5° POSTO Parrocchia Concattedrale



Arrivederci al prossimo anno

Michele Poli